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Facebook Inc. cambia nome e diventa Meta Inc.: cosa succederà ora?

Facebook ha ufficialmente cambiato nome e, d’ora in avanti, si chiamerà Meta. Non si intende l’app, però, ma l’intera holding che controlla tutte le piattaforme dell’universo Zuckerberg. Da Facebook Inc. a Meta Inc., appunto.

Ecco quindi che Whatsapp, Facebook, Instagram e Messenger rimarranno con i loro nomi originali, testimoniando la volontà da parte di Meta Inc, appunto, di ripulire la propria immagine dopo le difficoltà recenti ma rimanendo aggrappato alle sue fortunate radici.

L’interrogativo che si pongono ora gli esperti è questo: cosa succederà a Facebook Inc., ora Meta Inc., dopo questa piccola rivoluzione? Si tratta di un cambio di nome legato prettamente alla realizzazione dell’ormai noto Metaverso che lo stesso Zuckerberg ha annunciato come “Uno spazio dove giocare e socializzare in 3D” o c’è altro?

Non è un segreto che dopo le ultime situazioni scomode che ha vissuto la compagnia – principalmente i problemi legati a Cambridge Analytica, la gestione poco trasparente dei dati degli utenti e il grande blackout di alcune settimane fa – l’appeal dell’impero di Zuckerberg sia calato ma soprattutto il titolo in borsa abbia ricevuto un bel colpo violento, facendo perdere anche svariati miliardi allo stesso Mark.

Tuttavia, per il fondatore del social network più famoso del mondo, la pressione è diventata davvero forte dopo la denuncia dell’ultima whistleblower, Frances Haugen, i cui effetti sono stati ancora più pesanti degli scandali passati.

Recap: Frances Haugen è un’ex dipendente di Facebook Inc. che di recente ha rivelato decine di migliaia di documenti interni di Facebook alla Securities and Exchange Commission e al Wall Street Journal. Nei Facebook Papers, così stati chiamati dalle cronache, la Haugen denuncia di fatto un costante comportamento dell’azienda, colpevole di minare la sicurezza a scapito del livello di viralità – e quindi di conseguente profitto – dei singoli contenuti.

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Meta Inc. dopo i Facebook Papers: cambio di rotta radicale?

Immagine di un uomo nel computer che guarda dal cannocchiale con le icone logo di Facebook, Meta Inc.

Meta Inc., si sa anche questo, vive ormai in uno stato d’assedio che sta facendo pensare tanto il suo fondatore, tanto da porre le basi per un futuro possibilmente diverso dal suo fortunato passato. E mentre il Congresso prepara leggi per regolamentare le imprese della Silicon Valley, a partire dalle reti sociali e dai contributi, questa volta non è stata una dipendente di basso livello a raccontare dall’interno le scelte aziendali “dannose per la società e per la democrazia”, ma una figura importantissima del panorama zuckerberghiano: cresciuta in Google, Yelp e Pinterest, la Haugen è infatti approdata al dipartimento di integrità civica di Facebook come Product Manager.

Ma torniamo alla regolamentazione: in Congresso sono attualmente in corso alcune discussioni in merito alla possibilità di condurre delle iniziative bipartisan in merito alla Section 230, ovvero la norma che garantisce la totale immunità ai social per i contenuti pubblicati, di fatto togliendo tutte le responsabilità all’azienda che ospita gli utenti e ciò che condividono.

Ecco che, quindi, la risposta più verosimile al quesito di chi si occupa di web marketing – ma non solo – è strettamente legata ai rapporti di Meta Inc. con le authority di mercato, che potrebbero portare alla scelta clamorosa di Zuckerberg di lasciare la guida dell’impero a qualcun’altro. Un’operazione simile a quella che hanno già effettuato i suoi “colleghi” Bill Gates e Jeff Bezos, inserendo un nuovo manager al vertice e rimanendo semplicemente sullo sfondo o investendo in altri mercati.

Nel caso di Meta Inc., Zuckerberg manterrebbe però in teoria il controllo della compagnia rimanendo socio di maggioranza. Lo stesso Congresso, in questo contesto, sta seriamente pensando di obbligare i grandi colossi del big tech ad essere più trasparenti oltre che sui dati di bilancio, soprattutto sulle conseguenze sociali e politiche delle loro piattaforme. 

La principale difficoltà, o meglio fonte di dibattito, che sta vivendo la politica americana è principalmente connessa a quello spazio molto indefinito della libertà di espressione, diritto inalienabile a cui si stanno appellando soprattutto i Repubblicani, con i democratici molto più inclini ad un comportamento maggiormente rigido.

Dalla sua parte, Zuckerberg ha sempre cercato di rispondere alle critiche e indurre i legislatori a fare qualcosa, ribadendo la sua voglia di collaborare ma nei limiti della sua possibilità di azione, di fatto spostando la completa responsabilità di quello che accade a “Chi fa le leggi” e non a chi possiede le piattaforme social.

Un dibattito che parte dal nazionale, fronte USA, ma travalica i confini e giunge fino a noi legittimando una questione che riguarda l’aspetto giuridico, legislativo, sociale e politico dei social media. Una questione che si protrarrà ancora per molto tempo, almeno finché Meta Inc. non cambi radicalmente trasformando anche la sua identità di brand. Trattasi di una teoria assolutamente possibile, visto che – come abbiamo anticipato prima – Mark Zuckerberg ora sta puntando davvero tutto sul suo nuovo Metaverso.

Come ha annunciato lui stesso durante l’annuale Facebook Connect, il nuovo Metaverso sarà fatto per “Connettere” e “Raggiungerà un miliardo di persone nel prossimo decennio, creando milioni di posti di lavoro”

“Siamo visti come un social media ma nel nostro Dna siamo una società che costruisce tecnologia per connettere le persone. Mi auguro che nel tempo saremo visti come una società di metaverso. Siamo all’inizio del prossimo capitolo di internet e del prossimo capitolo della nostra società perché Facebook è uno dei prodotti più usati nella storia. E’ un marchio icona fra i social media ma sempre di più non include tutto quello che facciamo. Voglio ancorare il nostro lavoro e la nostra identità a quello che costruiamo andando avanti. La prossima frontiera, proprio come lo era il social networking quando abbiamo iniziato, è questa: la nostra speranza è che entro il prossimo decennio il metaverso raggiunga un miliardo di persone, ospiti centinaia di miliardi di dollari di eCommerce e supporti posti di lavoro per milioni di creatori e sviluppatori. Esso sarà il successore dell’ Internet mobile e noi stessi saremo in grado di sentirci presenti – come se fossimo proprio lì con le persone, non importa quanto siamo distanti. Saremo in grado di esprimerci in nuovi modi gioiosi e completamente immersivi”.

Mark Zuckerberg

Un futuro di realtà virtuale, perciò, di cui ancora non conosciamo i singoli dettagli ma di cui possiamo comprendere l’intensa rivoluzione che potrà portare nelle nostre vite.

Il cambio del nome corporate sarà inserito anche a Wall Street, dove dal primo di dicembre Facebook sarà scambiata con il nuovo ticker “MVRS”. Il titolo in borsa della società è effettivamente volato dopo l’annuncio, arrivando a guadagnare oltre il 4,3%. Importante sottolineare che farà parte di Meta anche la divisione dedicata ai visori di realtà aumentata Oculus.

Nella conferenza video, Zuckerberg ha svelato che il metaverso sarà qualcosa di profondamente più grande di quello a cui siamo abituati, che va assolutamente oltre lo stesso mondo del gaming.

Si tratterà appunto di un vero e proprio spazio virtuale in cui poter unire elementi di VR e AR interconnessi, che possano al contempo essere funzionali all’intrattenimento e in grado di modificare l’ecosistema del lavoro, della socialità, dell’educazione, del fitness e di altre attività che svolgiamo durante le nostre giornate.

Ma cosa significa costruire il metaverso, concretamente? Significa contribuire alla costruzione della realtà virtuale all’interno di una piattaforma informatica generale che permetta di aggregare al suo interno esperienze differenti.

Il nome a cui abbiamo fatto riferimento prima, Quest for Business, è lo strumento su cui più stanno lavorando dalla compagnia: una nuova suite di funzioni progettata appositamente per le aziende su Oculus Quest 2, l’occhiale VR appunto, che permetterà di lavorare in team e avere accesso alle app relative a produttività e performance dello store Oculus come per esempio Horizon Workrooms e Gravity Sketch. Il programma sarà ultimato entro la fine dell’anno, per poi essere messo a disposizione in maniera più ampia nel 2022 e lanciarlo ufficialmente sul mercato entro il 2023.

Stiamo parlando di veri e propri uffici e luoghi di lavoro virtuali, completamente personalizzabili e in cui intraprendere relazioni sociali e professionali, dove organizzare meeting e conferenze, incontri e quant’altro.

Zuckerberg non vuole rendere il Metaverso uno spazio dedicato solo a lavoro e divertimento, bensì anche all‘educazione e alla formazione personale. Non è un caso che il progetto includa applicazioni come WanderTokyo Origami o Titans of Space PLUS per cavalcare l’onda già presente della realtà virtuale di Oculus.

Facebook investirà 150 milioni di dollari in tre anni con l’obiettivo di costruire un ecosistema che educhi alla nuova realtà del metaverso, perché una cosa non abbiamo ancora detto: il vero sogno di Zuckerberg è quello di creare la prossima generazione di digital creator proprio attraverso l’esperienza AR/VR, rivoluzionando le modalità educative attraverso strumenti nuovi ed esperienze immersive. 

Molto facile comprendere, in conclusione, quanto questa evoluzione possa coinvolgere le istituzioni nella loro totalità, che dovranno essere pronte a convivere con un vero e proprio… Nuovo mondo.