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State of Marketing di Salesforce: il report ci racconta le nuove priorità

Come sta cambiando il marketing nel nuovo scenario globale? Questo è l’interrogativo che si è posto Salesforce in questi mesi: un tema molto importante che ha poi destinato al suo ultimo report “State of Marketing” in cui il team di cloud computing presenta tutte le nuove priorità per i marketer nel periodo post-pandemico.

Il report, arrivato alla sua settima edizione, ha la particolarità di mostrare soprattutto le nuove sfide che caratterizzeranno (e influenzeranno) il futuro delle strategie di marketing dei prossimi anni.

Com’è noto – soprattutto ai professionisti di Salesforce – la pandemia ha prepotentemente modificato il nostro modo di lavorare, che non è più quello di prima: un insieme di abitudini legate all’emergenza, ma anche alla transizione digitale, hanno plasmato (definitivamente?) il nostro approccio al lavoro.

Si è trattato, sempre secondo Salesforce, di un vero e proprio riadattamento della nostra quotidianità.

In risposta a questa nuova fase, che non è comprensibile se sarà stazionaria o porterà a una rivoluzione della professione, le aziende stanno cercando nuovi modi per operare con efficacia da remoto grazie alle potenzialità del web. Ma è proprio quando il processo di digitalizzazione avviene in tutti gli ambiti aziendali, che si inizia a comprendere quanto sia fondamentale cambiare anche le proprie strategie di marketing.

Ma su cosa si concentra, principalmente, il report di Salesforce? Scopriamolo qui.

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Il ruolo della tecnologia è sicuramente al centro dei discorsi di Salesforce: ecco perché il primo punto, quello di partenza, racconta come la digitalizzazione abbia assunto un ruolo chiave nei rapporti con i clienti ma anche all’interno delle organizzazioni aziendali.

Completare progetti a distanza è stato un passo molto importante che ha portato il modo di cooperare tra collaboratori a riformarsi quasi del tutto, unendo molto spesso le esigenze delle nuove generazioni (nella maggior parte dei casi native digitali e abituate all’utilizzo di dispositivi e applicazioni) e quelle più “vecchie”, spesso impreparate di fronte al cambiamento improvviso. Anche i clienti, allo stesso tempo, negli ultimi mesi hanno però seguito questo trend e espresso il loro interesse nel contatto da remoto, considerato più veloce e accessibile per tutti.

Questo connubio ha più che altro contribuito a una trasformazione digitale che ha portato un impatto importante in tutti i settori aziendali, non solo nel marketing. Ciò comporterà quindi, secondo Salesforce, una ridefinizione delle strategie di marketing con nuove sfide e obiettivi da raggiungere, che comprenderanno anche tutto ciò che rappresenta la comunicazione d’impresa e il B2B.

Questi cambiamenti saranno duraturi nel tempo o si sta parlando di un trend che avrà vita breve, con la consapevolezza che potrebbe tornare tutto come nel periodo pre-pandemico? Quali saranno concretamente, inoltre, le strategie di marketing che le aziende e i marketer dovranno adottare nei prossimi anni? Queste sono le domande successive che si pone Salesforce, corrispondenti ad un periodo con poche sicurezze ma tante strade nuove da percorrere. Ma è proprio questo il punto positivo: trovare nuove vie dopo una lunga fase di incertezza, che si porta dietro nuovi scenari poco chiari e per questo ancora inesplorati.

“Per la grande maggioranza dei professionisti del settore marketing, gli accadimenti dell’ultimo anno e mezzo hanno cambiato quasi ogni aspetto dei propri progetti di business. Tutto questo però ha comportato delle novità anche d’impatto positivo”.

Diversi dati emergono dal report, tra i quali uno molto interessante: circa il 77% dei marketer a livello globale ritiene che il proprio lavoro abbia maggiore valore rispetto a un anno fa. Il 66%, invece, dice che ha previsto una crescita dei ricavi della propria azienda nei prossimi 12-18 mesi a causa di cambiamenti che potrebbero portare a scenari decisamente positivi per il proprio business.

La ricerca annuale condotta a livello globale da ​Salesforce è stata effettuata su 37 paesi e 6 continenti, per un totale di 8.200 leader del settore marketing, di cui 300 solo in Italia. Il report ha evidenziato una situazione decisamente positiva confermando il ruolo centrale della digitalizzazione e delle nuove tecnologie.

In questo senso, il dato che più rispecchia questa dinamica è quello che mostra che circa l’83% dei professionisti del marketing sostiene che la capacità di soddisfare le aspettative dei clienti dipende dalle loro capacità digitali.

Si tratta quindi di una realtà consolidata, quella dell’utente consapevole, dove i clienti sono sempre più protagonisti e si aspettano sempre di più dalle aziende. Un soddisfacimento parecchio complicato, che pone nuove e impegnative sfide di fronte alle aziende.

Anche lo smart working trova molto spazio nel report di Salesforce. Il motivo è semplice, visto che adattarsi a un ambiente di lavoro in cui le persone sono lontane rappresenta una novità epocale in cui gli operatori hanno dovuto addentrarsi senza neanche troppo preavviso.

Con l’esplosione del lavoro da remoto, infatti, più del 78% dei dipartimenti comunicazione-marketing in Italia ha adottato nuove tecnologie di collaborazione per dare continuità al modello da remoto e costruire una nuova fase di lavoro che ci si augura possa durare per tanto tempo. Non tanto per eliminare i rapporti umani, cosa che comunque non accadrebbe, ma per venire incontro ad una transizione che sta sempre più influenzando le nostre vite.

E i dati?

Molti di noi hanno già sentito dire la frase: “I dati sono il nuovo oro”. Ebbene sì, sembra un luogo comune, ma anche Salesforce è dell’idea che le strategie di marketing ruoteranno nei prossimi anni attorno ai dati e all’analisi di essi. Una risorsa fondamentale che è già diventata chiave per la maggior parte delle grandi compagnie, che vedono nei dati una fonte di miglioramento per quanto riguarda le proprie strategie mirate.

Ma perché sono così importanti i dati? In generale per un solo, seppur grande, motivo: raccogliere dati sui consumatori e analizzarli aiuta a comprendere i loro bisogni. Capire i dati permette, a sua volta, di capire quali servizi e prodotti specifici stanno cercando e cosa rappresenta il loro rapporto con il brand. Conoscere i propri clienti significa prima di tutto cambiare il proprio approccio quando è necessario, rendendo i cambiamenti citati sopra un ecosistema fondamentale per attuare questa politica di accompagnamento fedele nei confronti di ciò che vuole il nostro pubblico.

Ecco perché una delle azioni più diffuse tra i professionisti del settore è quella di rivedere i propri parametri e valutare le performance in modo più coerente. Il 78% delle agenzie, gruppi o settori aziendali legati alla comunicazione e al marketing in Italia, per esempio, ha aggiornato le proprie metriche dopo gli ultimi due anni. Un dato estremamente significativo che porta tutti, chi più chi meno, a mettersi attorno ad un tavolo e rivedere la propria identità.

Gli ultimi due anni hanno sicuramente contribuito ad accelerare la trasformazione digitale, che era già in atto, pianificando un futuro che va verso una sola direzione, chiara e coincisa: quella dell’innovazione a tutto tondo, non solo dal punto di vista delle tecnologie e della comunicazione. Una rivoluzione che accompagnerà le aziende nei prossimi mesi e offrirà opportunità più inclusive, sostenibili, accessibili e legate alle sfide della contemporaneità. Dove le persone sono al centro, prima di tutto il resto. Che siano nostri colleghi o clienti.

La sfida più grande delle aziende nell’epoca post pandemia, quindi, sarà proprio quella di programmare un cambio di mentalità con lo scopo di rimodellare le strategie di marketing sulla base delle nuove risorse, del nuovo panorama di riferimento ma soprattutto dei nuovi clienti. Quest’ultimi non sono solo più informati e consapevoli, ma hanno una confidenza maggiore con il digitale e gli strumenti web. Un elemento che ha riportato al centro l’importanza delle persone con cui comunichiamo, il valore della loro esperienza personale (e, di conseguenza, anche della nostra) ma soprattutto il bisogno di reinventarsi all’interno di un settore fluido che cambia ogni settimana. La sfida delle sfide che sembra facile e automatica, ma non lo è assolutamente.