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Tutto quello che c’è da sapere su Facebook Audio

Matteo Shots.it

Matteo Mario

Mentre Clubhouse si accinge a diventare (forse) una meteora social, visto che da dati ufficiali l’app ha iniziato a registrare un calo degli utenti non indifferente, Facebook Audio comincia a sua volta a diventare sempre più un tormentone soprattutto per gli addetti ai lavori.

Ma di cosa stiamo parlando e perché abbiamo chiamato in causa Clubhouse? Come era stato più volte previsto sia dalla piattaforma che dai blogger di settore, Facebook ha ufficialmente svelato il suo tentativo di ripetere l’esperienza del nuovo social audio che tanto ha fatto successo negli ultimi mesi.

La celebre piattaforma, però, a differenza di Clubhouse, sembra possedere una vera e propria strategia audio tesa ad offrire nuovi strumenti creativi ai suoi utenti. Un tentativo, quindi, di estendere le sue funzioni all’esperienze audio degli utenti che cavalca un po’ l’onda di quello che fu fatto già nel 2016: quell’anno, infatti, vennero testati i Live Audio, ovvero contenuti che per Facebook sarebbero potuti anche diventare podcast. Un’idea che poi non ha avuto successo ma ha aperto senz’altro la strada per quella che oggi potremmo chiamare “rivoluzione audio” anche per quanto riguarda il social di Mark Zuckerberg. 

Oggi l’azienda ha un piano preciso e idee molto più chiare delle precedenti, tanto da aver addirittura annunciato nelle scorse settimane una suite completa di prodotti audio che sarà pronta dopo l’estate.

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Facebook Audio: tra rivoluzione e onda del trend

Stiamo parlando di una vera rivoluzione? Quanto saranno importanti i contenuti audio su Facebook nei prossimi anni? Si tratta del solito trend pronto a stancare? Tutte domande lecite che ci facciamo tutti, ma che si pongono di fronte ad una situazione che forse sembra molto più solida di quanto si possa pensare.

Solida perché, innanzitutto, c’è una vasta scelta di prodotti audio – come abbiamo anticipato nella prima parte dell’articolo – che sembra aver lunga vita e poter conquistare gli utenti nel lungo periodo. Ma di cosa si tratta? Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Tutte le sorprese di Facebook Audio: i Live Audio Rooms

I Live Audio Rooms sono delle vere e proprie stanze vocali in diretta (sul modello di Clubhouse) che prevedono un organizzatore, degli ospiti e la possibilità di far intervenire gli ascoltatori su scelta del relatore. Pare che verranno introdotte prima all’interno dei Gruppi Facebook e tra personaggi noti, per poi essere estesi a tutti gli utenti e resi disponibili anche sulla chat Messenger. Una bella differenza con Clubhouse è che sarà possibile registrare queste conversazioni per poi riascoltarle, così da trasformarle a tutti gli effetti in podcast.

Per la creazione di queste stanze sonore sono stati previsti degli stimoli, sottoforma di pagamento digitale. Una specie di renumerazione per gli host, che verranno donati durante le dirette a tutti i creator. Facebook ha anche comunicato che, successivamente, sarà possibile scegliere di far pagare un abbonamento o il singolo accesso ad una stanza.

Soundbites

Soundbites é nuovo formato di audio brevi che potremo registrare con lo smartphone e pubblicare nella nostra timeline. Potranno consistere, in pratica, di messaggi vocali semplici o spezzoni montati in sequenza, dove sarà possibile aggiungere effetti sonori e filtri per modificare la voce, creando contenuti personalizzati e diversi per ogni target di pubblico. Una differenza sostanziale e una novità assoluta per “i tempi di Clubhouse” che potrebbe portare ad una vera svolta nel settore degli audio content.

Se parliamo di trend e rivoluzioni, sicuramente c’è un’onda che Facebook vuole cavalcare e lo ha confermato lo stesso CEO: intervistato da Casey Newton per il lancio di questi prodotti audio, Zuckerberg ha infatti citato il cosiddetto “spostamento di potere dalle istituzioni e dagli editori ai singoli”, facendo riferimento riferimento al fatto che oggi gli individui possono trasformare le proprie passioni in un business, e lo fanno in modo più accessibile rispetto al passato.

Curiosità: Cos’è l’economia delle passioni? Un mercato in cui i singoli propongono le proprie competenze a un vasto pubblico, monetizzando letteralmente sui propri hobby. Se a questo uniamo l’ascesa di youtuber e podcaster, tra cui si annidano anche casi di successo ed estrema popolarità, si assiste ad una vera e propria “imprenditorializzazione” dei singoli. Un fenomeno contrapposto proprio a quell’appiattimento professionale della gig economy, perché basato sulla valorizzazione delle capacità esclusive di chi propone contenuti al pubblico pagante.

Ecco perché, per quanto riguarda le nuove funzionalità di Facebook Audio, la riflessione non sta tanto nel chiedersi se tutto questo sarà una meteora o un’onda a lungo raggio, ma se Facebook stesso riuscirà a condividere con i competitor una scena adatta per assecondare questa nuova era di mercato, quella appunto identificata nell’economia delle passioni e nella monetizzazione dei propri interessi.

Dal punto di vista delle utenze, Facebook può contare sulla forza dei numeri ma anche sulla varietà di strumenti creativi a disposizione che si uniscono alle nuove funzioni audio (testo, video, storie). Non è detto, però, che tutto ciò sia sufficiente per rendere i propri prodotti interessanti agli occhi dei creator che da anni sono abituati a destreggiarsi sulle piattaforme più comuni come YouTube, Twitch, Patreon o appunto Clubhouse nonostante la discesa.

Ecco che la possibilità di far pagare un abbonamento mensile ai propri fan su un’unica piattaforma per iscriversi a determinati contenuti Facebook Audio (stiamo parlando di gruppi e stanze di discussione esclusivi, newsletter o dirette riservate) potrebbe rivelarsi una grande tentazione per molti creator, magari desiderosi di provare nuove funzionalità e cercare nuovi territori social da conquistare. Staremo a vedere, come sempre, nel giro di pochi mesi.