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La moda digitale può cambiare la nostra esperienza del fashion

La crisi pandemica ha creato i presupposti per un cambiamento. Su questo siamo tutti d’accordo, ma forse sottovalutiamo una delle componenti di questo cambiamento che più unisce tradizione e futuro: la moda digitale.

In una realtà sempre più orientata alla condivisione virtuale, la nostra esperienza nel settore della moda potrebbe infatti presto cambiare e diventare in parte digitale.

Una sorta di nuovo medium con cui esprimersi e vivere la socialità nell’era della realtà aumentata applicata ai social media, con un lato interessante sia per gli utenti che per i produttori: non è tanto la possibilità di vestire il proprio avatar ad alimentare il trend, ma quella di vestire sé stessi.

Dal punto di vista dei brand, il supporto del digital è sempre più appetibile soprattutto per campionare i capi e condividere le idee con team e partners globali senza mettere in campo risorse che potrebbero essere risparmiate senza perdere il livello qualitativo.

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Moda digitale: un nuovo approccio all’industria del fashion?

La moda digitale può rappresentare un nuovo modo, per esempio, di rendere la propria attività più sostenibile ed evitare quindi viaggi internazionali superflui ma anche diminuire il tempo di produzione e approdo sul mercato.

Tecnologie di progettazione che sono già in uso – esempi noti sono brand come Tommy Hilfiger e Levi’s – e che stanno alla base di una tendenza innovativa portata avanti anche dagli stessi designer, che concordano nel rendere il processo più sostenibile e apportare un valore più circolare all’industria.

Altro esempio virtuoso é quello di Auroboros, duo di designer formato da Paula Sello e Alissa Aulbekova. Il brand è stato lanciato lo scorso anno grazie soprattutto al supporto della Sarabande Foundation di Alexander McQueen.

Il suo approccio ha diverse ispirazioni, principalmente due: da una parte quella “naturale”, sia nell’estetica che nei materiali con la futuristica Biomimicry – una concezione 100% organica che vede i capi d’abbigliamento cambiare nel tempo grazie al processo di ossidazione -.

Dall’altra, una progettazione della moda digitale che loro definiscono “all’avanguardia”, con la possibilità concreta di permettere al futuro cliente di provare i capi come se li avesse addosso, immergendosi nella realtà aumentata del brand e quindi – perché no – nel suo universo narrativo. Un modo, appunto, per evitare sprechi nella produzione e trasformare il processo nel più sostenibile possibile.

Nei primi mesi del 2021 il duo ha anche debuttato con la sua collezione di prêt-à-porter digitale in un’esclusiva partnership con DRESTdiventando il primo brand digitale ad essere lanciato sull’app senza la possibilità di provare capi reali.

La moda digitale rappresenta, più che una nuova frontiera, un vero e proprio nuovo concetto che potrebbe accompagnarci nel futuro e cambiare notevolmente la nostra esperienza nell’industria del fashion, sia lato produttori che consumatori.

Il settore offre infatti numerose potenzialità e permetterebbe di esplorare ancora di più le potenzialità e i punti di congiunzione tra tradizione e digital innovation. In questo senso, i brand potranno utilizzare sempre più la tecnologia per esprimere la propria identità e sfruttare tutti i nuovi mezzi di comunicazione – e quindi anche la realtà aumentata, per esempio – per produrre, creare e sperimentare la moda in modo sostenibile.

Un altro case study di prestigio é quello di Tribute Brand, che ha messo in piedi una vera casa di moda in grado di progettare e vendere, rigorosamente online, look e accessori da indossare solo nella vita virtuale.

Tribute Band é un collettivo di creativi, con un passato comune nella moda, che ha deciso di proiettare quest’innovativa visione della moda nel mondo reale dell’industria. Il suo obiettivo? Quello di cambiare il modo in cui ci approcciamo alla moda e “consumiamo”, grazie all’utilizzo di capi che materialmente non esistono e non avranno alcun impatto concreto sul nostro pianeta, introducendo un’esperienza sempre più rivolta alla brand sustainability.

“Con tutto il caos che c’è nel mondo in questo momento abbiamo deciso fosse il momento giusto di far vedere alle persone questo nuovo approccio totalmente sostenibile. La gente passa sempre più tempo negli spazi virtuali che tutti conosciamo come social network. Crediamo che la moda digitale possa davvero influenzare il futuro del sistema”.

Tribute Band

Un altro esempio da citare é quello di Appeal to Heaven, brand che ha debuttato di recente con la nuova Collection Antares ispirata alle stelle. Nel processo ha collaborato anche il digital artist Ruby Gloom, che ha progettato avatar futuristici basati su modelli di vita reale.

In Italia, nel frattempo, il settore continua a voler cavalcare il trend e si prepara ad accogliere dal 18 al 20 maggio il primo evento italiano dedicato alla moda e alle tecnologie applicate.

«Anche se sembra che, a partire dal 2020, il mondo sia stato messo in pausa, con eventi cancellati o rimandati, la volontà di non mollare ci ha portato a trovare altri modi per continuare a operare. Infatti, è proprio da qui che nasce l’esigenza, con tutto il team, di far vivere un’indimenticabile esperienza immersiva, anche da remoto, per diffondere, non solo nuove tecnologie, ma anche per dimostrare quanto la moda possa migliorare il nostro modo di vivere. L’obiettivo – conclude – è quello di mostrare al pubblico quanto la moda può fare al di fuori di quello a cui siamo abituati e quanto sia essenziale per la creazione di nuove figure professionali»

Andreina Serena Romano, Founder dell’evento e CEO di Heroes S.r.l.

Pow-Wow Fashion Tech Week nasce infatti come conference dedicata al futuro dell’industria della moda attraverso speech, workshop e panel riguardanti le applicazioni tecnologiche, la robotica, il wearable, l’intelligenza artificiale, la blockchain, l’innovazione di prodotto e processo, la sostenibilità ed il mondo digitale.

Una tre giorni di interviste, mostre, sfilate e discussioni con ospiti come Jenny Izaguirre, Country Manager Italia per Shopify; Kerry Murphy, Founder The Fabricant; Jordana Guimaraes, Founder di Fashinnovation New York, tra le realtà internazionali più rappresentative dell’ecosistema fashiotech; Ashley Watton, Head of Marketing UK & Ireland FOREO; Muchanete Kapfunde di Fashnerd.com; Leonardo Ranieri, Innovation Manager Miroglio Group; Céline Delaugère, CEO & Co-Founder Eva Engines; Jacopo Sebastio, Founder & CEO Velasca; Benedetta De Luca, Founder Italian Inclusive Fashion; Riccardo Schiavotto, CEO & Co-founder ‎Lanieri.

Tra i tanti partner che stanno sostenendo l’iniziativa ci sono FEI, Forum Economia e Innovazione e European School of Economics con il Fashion and Luxury Culture Department di Milano che contribuiranno alla formazione dell’agenda dell’evento con una serie di iniziative ed incontri.

In conclusione, si può dire che la moda digitale possa rappresentare il futuro certo del settore? No, non si può affermare con certezza, ma quello che si può confermare senza troppi indugi é che la consapevolezza e la sostenibilità siano valori che verranno condivisi e trasmetti sempre di più, nell’ottica di una logica pull con l’obiettivo di intrattenere informando sulle possibilità di un futuro migliore. Anche nel mondo dell’alta moda.