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Fenomeno Clubhouse: tutto sul nuovo social media

Oggi parliamo di Clubhouse, nuovo social media che sta spopolando e ha iniziato a farlo da poco. Una dimostrazione di quanto l’approccio offerto da questo social, che adesso vi spieghiamo meglio, stia diventando sempre più ricercato dagli utenti.

Ma come funziona Clubhouse? La piattaforma è stata lanciata ad aprile scorso da Paul Davison e Rohan Seth, un passato in Pinterest e Google, ma è rimasta in sordina fino ad una settimana fa quando il fondo di investimento Andreessen Horowitz ha messo sul piatto 100 milioni di dollari. 

Sulla piattaforma ci sono diversi elementi: chi entra per invito può aprire una stanza di discussione solo audio su temi di diverso tipo, mentre c’è un moderatore e delle persone ammesse a dialogare. Il pubblico esterno può alzare virtualmente la mano e se il moderatore da’ il permesso può parlare.

Ogni stanza ha una capienza di 5000 utenti, ma in questi giorni il numero è stato anche sforato provocando il down dell’applicazione: quando infatti Elon Musk ha dato appuntamento su Clubhouse ai suoi quasi 45 milioni di follower su Twitter, la piattaforma è andata in tilt per gli accessi.

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Fenomeno Clubhouse: perché sta spopolando

L’unico limite di utilizzo posto da Clubhouse è il fatto che possa essere usato solo su iPhone e iPad. Per il resto, il suo obiettivo rientra nei social trend che abbiamo elencato nelle scorse settimane, quelli dell’ascolto e della partecipazione. Più il primo che il secondo, visto che quest’ultimo è in realtà la conseguenza internazionale del primo, se possiamo chiamarla così.

L’elemento originale del social network è che, come abbiamo anticipato prima, è organizzato in “stanze” in cui gli utenti possono scambiarsi messaggi vocali. Una volta chiusa la stanza, questi messaggi non vengono registrati ma scompaiono. Ad accrescere l’aura di riservatezza c’è poi la caratteristica distintiva della piattaforma: non ci si può iscrivere liberamente ma si accede solo per invito di un altro utente.

Gli utenti non sono tutti uguali: nella stanza si può essere moderatori, speaker o ascoltatori. Al primo spetta il compito di “curare”, appunto, la conversazione, invitare gli speaker e dare o togliere loro parola o espellere utenti dalla stanza. Gli speaker sono coloro che, come dice la parola stessa, parlano; gli ascoltatori (listener) possono assistere e chiedere di intervenire. Tutti (quindi non solo i moderatori) possono segnalare abusi. Seppure violenza e incitamento all’odio siano vietati, però, le eventuali infrazioni devono sempre passare da una segnalazione come succede per gli altri social media.

Nel 2019, Mark Zuckerberg disse che il futuro di Facebook sarebbe stato “privato”, sempre meno “piazza” e sempre più “salotto” digitale. In Clubhouse non ci sono piazze ma solo stanze: l’app prende quindi l’obiettivo cui tende Menlo Park e ne fa il proprio pilastro. Presto per dire se sarà il nuovo TikTok, ma vale la pena puntarci gli occhi, più che altro per provare a comprendere come saranno i social network del futuro.

Clubhouse è il futuro dei social?

La caratteristica distintiva di Clubhouse è che è una community tematica in cui gli utenti si danno appuntamento creando quel mood di “salotto” tanto annunciato da parte del n°1 di Facebook.

Le stanze sono suddivise in diverse tipologie:

Ad oggi in Italia sono registrati circa 50.000 dispositivi che hanno scaricato Clubhouse. Un numero contenuto se si pensa che nel mondo gli utenti sono oltre i 5 milioni. Tuttavia, il limite è dovuto quasi sicuramente al fatto che solo i dispositivi Apple possano – per ora – fare uso di questa app. La versione Android uscirà comunque più avanti, dando la possibilità a tutti di integrarla nella propria app journey.

“Clubhouse sta seguendo le dinamiche di tutti i social network ossia la colonizzazione da parte di una popolazione di early adopter, che iniziano a sperimentarne l’utilizzo. In questo caso, un mix di entusiasti delle tecnologie, professionisti della comunicazione e qualche VIP”.

Vincos.it

“Clubhouse sta seguendo le dinamiche di tutti i social network ossia la colonizzazione da parte di una popolazione di early adopter, che iniziano a sperimentarne l’utilizzo. In questo caso, un mix di entusiasti delle tecnologie, professionisti della comunicazione e qualche VIP”.

Vincos.it

Early adopter, appunto, coloro che hanno iniziato ad affacciarsi con confidenza all’app: si tratta di un pubblico, appunto, contenuto ma pronto a crescere in poco tempo. L’effetto del “salotto” di Clubhouse é quello proprio della classica Clubhouse, ovvero quel luogo in cui si fanno chiacchiere informali tra amici, si beve un caffè o una birra, si gioca a biliardo, si mantengono fidelizzati i rapporti del proprio gruppo di sostegno o gruppo di amici.

“Probabilmente, col tempo, gli eventi diventeranno più strutturati e assomiglieranno a trasmissioni radiofoniche, con qualche forma di interattività. Ma i format sono ancora tutti da immaginare. Saranno fondamentali i contenuti, ma soprattutto la capacità di usare la voce per creare un legame col pubblico”. […] Il vantaggio di queste piattaforme audio è che permettono una fruizione passiva, interstiziale, rilassata (lean back experience), che può essere complementare ad altre attività svolte. Quindi il grado di attenzione del pubblico non è sempre elevato. Al tempo stesso, però, estrarre valore delle conversazioni vocali richiede un investimento di tempo non indifferente. Bisogna scegliere la stanza, mettersi in ascolto e sperare che qualcuno dica qualcosa di valore. Una differenza sostanziale rispetto ai social media basati su elementi visivi (testo, foto, video), immediatamente codificabili e filtrabili”.

Vincos.it

Abbiamo voluto usare le parole di Vincos.it perché spiegano perfettamente il potenziale di Clubhouse raccontando cosa offre di differente rispetto agli altri social media. Un’offerta così diversa che forse sarebbe giusto non identificare questo social network come un’alternativa agli altri, ma semplicemente come novità assoluta nel panorama digitale senza minimizzare la sua identità che per molti rimane terra di scoperta.

Il futuro dell’app sembra abbastanza segnato e forse la sua identità verrà intaccata da altri competitor che si stanno sviluppando parallelamente (vedi per esempio Chalk, Space, Stereo, Locker Room, Soapbox, Cappuccino, Swell. In realtà, l’app che presenta più caratteristiche simili ma al contempo è molto più in vantaggio rispetto a Clubhouse è Discord, app di messaggistica utilizzato molto dai gamer e il pubblico under 20.

Di fronte a sé ha tante strade maestre, con il digitale che ne offre quotidianamente: eventi a pagamento, Ads, sezione shopping legata all’eCommerce, gestione dei creator: tutti step fondamentali che, a mano a mano, ci diranno cosa vuole fare Clubhouse da grande.

Ecco perché, per Clubhouse, i prossimi mesi saranno decisivi: tutto dipenderà da come verranno gestiti gli aspetti più importanti dell’app come il lato moderativo, la scelta degli influencer e testimonial e soprattutto il saper consolidare la propria identità.