archivio

- leggi in 5 min

schermata Google

Google Keen, un nuovo competitor di Pinterest?

Matteo Shots.it

Matteo Mario

Google stupisce ancora con la creazione della nuova piattaforma Google Keen. Ideata da Area 120, ovvero l’incubatore interno per startup e potenziali nuove idee del colosso di Mountain View, è un’app che permette all’utente di raccogliere immagini, articoli e contenuti sull’onda della già nota Pinterest. Ecco perché, come avevamo già raccontato riguardo ad Amazon e Google Shopping, The Big G si prepara forse a “minacciare” anche la leadership di un altro colosso digitale come quello fondato da Ben Silbermann nel gennaio 2010.

Il funzionamento è semplice, ma al contempo innovativo: gli algoritmi software della piattaforma, infatti, sono in grado di suggerire contenuti correlati, il cui obiettivo è permettere all’utente di espandere la propria conoscenza sul “keen” in questione, andando anche alla scoperta sempre più di nuovi contenuti e idee creative. Tutto ciò è giustificato, principalmente, dalla grande conoscenza degli sviluppatori in termini di machine learning, quella branca dell”intelligenza artificiale che permette per esempio azioni come il riconoscimento di pattern, l’apprendimento automatico, ma anche l’elaborazione di immagini e il cosiddetto data mining.

Non hai ancora letto il nostro articolo sulla vittoria di Cà Maiol ai Social Creative Awards? Scoprilo qui! 

Le collezioni di contenuti, presenti anche in Pinterest, possono essere pubbliche o private, ma è prevista anche la possibilità di seguire le content creation di altri utenti. Da sottolineare è che Google Keen rappresenta ancora un’app sperimentale disponibile sui Play Store solo per dispositivi Android, e non si conosce ancora una data precisa o altre informazioni riguardo ad una versione per iOS.

In Italia è già disponibile, ma non ancora tradotta dalla lingua originale, ed è quindi possibile farne uso per provare l’esperienza di un’alternativa concreta alla più nota piattaforma già presente da tempo sul mercato digitale. Da ricordare, inoltre, che non è assolutamente la prima volta che Google prova a interpretare il ruolo di competitor anche a Pinterest. Da diverso tempo, infatti, nei Search esistono le cosiddette Collezioni, sezioni con funzionalità analoghe. Ecco che, quindi, Keen si colloca come continuum di una strategia a lungo termine che porterà Google a fare la voce grossa anche nel settore dei contenuti creativi.

Google decide perciò di mettere in atto una nuova strategia per vivere anche nella rete delle condivisioni social creative, ma soprattutto creare un luogo digitale di aggregazione dei contenuti sulla base degli interessi personali di un utente. Sicuramente, come abbiamo detto, il progetto è ancora in fase sperimentale e si potranno vedere i suoi frutti solo fra molto tempo quando l’esperienza sarà più collaudata e l’app avrà raggiunto un numero di download più consistente. 

Un caso analogo del passato che si può prendere in considerazione è forse Google Plus, servizio lanciato nel 2011 e che ora è stato pubblicamente chiuso e reso disponibile solo ai clienti G Suite. Google+ aveva introdotto la condivisione di nuovi contenuti multimediali, offrendo la possibilità di avviare sessioni audio e video attraverso i cosiddetti hangouts, vere e proprie stanze virtuali per il video sharing creativo e la conversazione tramite microfono e webcam in stile Zoom.

Un elemento, però, che accomuna l’idea di G+ e quella di Keen è la funzione detta Spunti (Sparks), che permetteva di creare dei feed dopo aver inserito in un box l’argomento interessato. Ecco che, attraverso questo approccio, si potevano creare dei flussi di contenuti inerenti all’argomento scelto, condivisibili con i propri amici. Impronta che è tuttora rimasta nella nuova piattaforma competitor di Pinterest, che si presenta a tutti gli effetti come una specie di via di mezzo tra la vecchia guardia di Google e l’app di Silbermann.

Curiosità: Keen è stata sviluppata in collaborazione con la divisione People and Ai Research di Mountain View. Durante un’intervista al magazine statunitense The Verge, il co-fondatore di Keen CJ Adams ha definito l’app “Un’alternativa alla navigazione senza cervello dei feed online” ponendosi di diritto, attraverso questa dichiarazione, come competitor naturale di Pinterest.

Che scenario si può immaginare dopo aver saputo della nascita di Keen, oltre che di Google Shopping? Le possibilità sono differenti, e tra queste c’è sicuramente quella di vedere più alternative che si aggiungerebbero all’ecosistema digitale andando a minare la potenza dei colossi top of mind. Tutto ciò, però, non è sicuro nel caso di Google Keen: Pinterest, attualmente, ha un bacino d’utenza molto alto e nel gennaio di quest’anno si presentava, secondo il Digital Report annuale, come il 4° social media più utilizzato dopo Facebook, Instagram e LinkedIn. Al quinto posto, però, era presente anche TikTok e questa “minaccia”, visti anche i grandi successi a livello globale della piattaforma cinese negli ultimi due mesi, potrebbe cambiare gradualmente le gerarchie e far scalare di una posizione Pinterest.

Ecco che, perciò, Keen potrebbe essere più avvantaggiato nella sua ascesa a discapito di Pinterest, potendo contare proprio su un possibile rallentamento di quest’ultima e una base già più ampia e consolidata degli utenti coinvolti. Allo stesso tempo, questi potrebbero invece preferire l’ approccio classico e autonomo di Pinterest, che rimane comunque un social dalla forte identità e con un target ben definito (in Italia è utilizzato da 12 milioni di utenti, 64% donne e 36% uomini).

Attualmente, l’app Keen (Experimental WebApp Wrapper) sui Play Store globali ha registrato – dopo una settimana di lancio – oltre 10.000 download e un numero considerevole di recensioni discrete, con una media di 3 stelle su 5.