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La crescita di Tik Tok tra community, pubblicità e intelligenza artificiale

I download di Tik Tok sono aumentati esponenzialmente nell’arco del 2019, e aumenteranno ancora. Sono questi i dati che vengono fuori dopo che il social famoso per le brevi clip musicali ha letteralmente conquistato gli utenti della generazione Z.

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Per comprendere meglio le caratteristiche di TikTok bisogna sapere che nasce in seguito all’acquisizione da parte di ByteDance, colosso digitale da 75 milioni di dollari, fondato da Zhang Yiming, di Musical.ly, un’altra app simile a YouTube.

In Cina, Zhang Yiming ha raggiunto notorietà perchè è un esperto di intelligenza artificiale, oltre ad essere capace di assemblare piattaforme. Ciò gli è possibile considerata l’affinata conoscenza dell’utente ed i dati che quest’ultimo gli fornisce navigando in internet.

Allo stesso tempo ByteDance, una società pioniera nel machine learning e che ha appena chiuso accordi di finanziamento per oltre 3 miliardi di dollari con Soft Bank e General Atlantic, possiede anche una app molto simile a TikTok, ma utilizzabile solo in Cina, di nome Douyin.

I dati acquisiti da Douyin sono di libero accesso al governo cinese, come prevedono alcuni accordi tra stato e imprese, mentre probabilmente non vale la stessa cosa per TikTok. Ma cosa differenzia Tik Tok dagli altri social media globali?

Se, infatti, Facebook ha scandagliato la nostra rete sociale per imparare a conoscerci, TikTok va alla fonte, passando direttamente per i dati dell’utente in questione.

Ovvero mappa i nostri interessi, crea dei profili corrispondenti, presagisce la direzione dei nostri desideri ed istituisce ciò che l’utente desidera in un determinato momento della sua customer journey.

La grande ascesa di TikTok avviene in un momento storico in cui la privacy dell’utente e dei dati pertinenti sono diventati oggetto di dibattito tra le istituzioni pubbliche e private. La giovane età dei suoi utenti, inoltre, ha dato il via a problemi legali e sociali. Per esempio, questo social media in India è stato bannato per contenuti troppo spinti. O, ancora, negli USA ha pagato 5,7 milioni di dollari per avere pubblicato una 13enne senza il consenso dei genitori.

Per il momento, la strategia che sta permettendo di incassare 1,2 milioni di download in tutto il mondo è una pubblicizzazione massiva e altamente profilata, grazie all’accesso gratuito ai preziosi dati globali.

Parallelamente, la compagnia che gestisce Tik Tok dispone di un mastodontico staff di 40.000 dipendenti e ha recentemente espresso interesse per acquisizioni di Twitter e Snapchat, collaborazioni con Lark e implementazioni di messaggistica con Feiliao.

Perciò, computer learning, business intelligence e grandi investimenti (intorno ai 3 milioni di dollari al giorno) sono i macro-segreti di questo successo.

E questa spesa sta sicuramente portando i suoi frutti, poiché l’utente medio passa 45 minuti al giorno su Tiktok: più di Facebook, Whatsapp e Messenger.

Il successo di Tik Tok: qui arriva la Generazione Z

Per i componenti della Generazione Z TikTok è luogo di ritrovo dei veri e propri alter ego di influecer e youtuber, che qui si chiamano Muser. Ognuno di loro mette in gioco, nel corso di filmati, il proprio talento creativo (comici, cantanti, ballerini ecc.), impreziosito da filtri che si avvicinano sempre più ad una specie di computer grafica.

La pubblicità su Tik Tok

Un programma di audience network è in fase di beta-test in Asia orientale.  I video virali della piattaforma, infatti, potrebbero presto essere usati per indirizzare annunci pubblicitari in altre app.

Una serie di documenti per sviluppatori ha rivelato, infatti, che la piattaforma ha implementato un audience network nativo per inserzionisti in cerca di una nuova strada per raggiungere i circa 260 milioni di  utenti TikTok in Cina, Giappone e non solo.

La rete, simile a quella esistente per Facebook, LinkedIn e Snapchat, consente agli inserzionisti di raggiungere questi utenti attraverso una serie di app di terze parti, e non solo all’interno di TikTok.

La diffusione di TikTok negli app store va di pari passo con alcune delle offerte di annunci pianificate dell’azienda. A giugno, Digiday (rivista di e-commerce) ha rivelato che TikTok stava sperimentando il proprio sistema di audience personalizzato, insieme ai pixel di tracciamento, per raggiungere meglio gli utenti in base al loro comportamento sul web.

Tutte conseguenze della politica della compagnia spiegata all’inizio dell’articolo.

Si tratta di strumenti che raccolgono dati degli utenti per un’azienda con base in Cina. Se a questo si aggiunge la possibilità di effettuare il microtarget degli utenti attraverso le loro app, sarà possibile pensare ad una “Cambridge Analytica cinese”?

A questo si aggiunge anche che Tik Tok sta proponendo ai suoi utenti solo il targeting in-app e evitando la tradizionale pubblicità display.

Tik Tok e l’inserimento dello shopping

Su Instagram vale già da tempo la funzione che consente di acquistare i prodotti che vengono mostrati nei Post direttamente dall’app. Di recente, inoltre, il social media ha anche implementato la sezione Vetrina nell’area Esplora, facilitando per l’utente la ricerca di prodotti da acquistare.

Anche Tik Tok è arrivato a fare una cosa simile: sono stati introdotti infatti gli hashtag sponsorizzati per acquistare prodotti direttamente dall’app. Un’iniziativa molto incline alle politiche dell’app, visto che – oltre agli elementi già spiegati – spinge gli utenti a creare brevi filmati in cui vengono mostrati prodotti che possono essere acquistati direttamente all’interno dell’app stessa.

La formula è questa: non si tratta soltanto di video che mostrano un determinato prodotto rimandando a uno store per ordinarlo, ma challenge vere e proprie tra gli utenti. Il nome della modalità è Hashtag Challenge e spinge gli utenti a realizzare filmati secondo un tema preciso, seguendo le indicazioni fornite dalla società che sponsorizza l’hashtag.

Il caso Kroger

Kroger, nota catena di supermercati statunitense, ha realizzato la sua Hashtag Challenge mettendo a punto una campagna ben studiata e facendo leva sulla popolarità delle star di Tik Tok.

Grazie alla collaborazione con i Muser Joey Klaasen, Cosette Rinab, Mia Finney e Victoria Bachle, l’hashtag sponsorizzato #transformurdorm, ossia “trasforma la tua stanza nel dormitorio universitario“ è riuscito a raccogliere più di 450 milioni di visualizzazioni.

La sfida lanciata da Kroger consiste appunto nel trasformare la propria stanza in quella di un dormitorio universitario, personalizzandola con i prodotti che possono essere acquistati presso i punti vendita Kroger. Grazie ad un tab specifico, poi, si veniva indirizzati al negozio interno su Tik Tok dove è possibile acquistare i prodotti mostrati dalla campagna pubblicitaria.

Un social media dalle grandissime potenzialità da tenere sicuramente d’occhio nei prossimi mesi.