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Illustrazione di Giulia Lineette

Viaggio nelle illustrazioni di Giulia Lineette, tra taboo e provocazione

Matteo Shots.it

Matteo Mario

Giulia Lineette è un’illustratrice bresciana (qui il suo profilo Instagram) che racconta la realtà di tutti i giorni attraverso i suoi disegni, definiti da lei stessa il modo più libero e immediato per esprimere la sua parte più intima. 

Un modo per sfatare taboo, provocare e soprattutto disturbare senza apparire troppo dolce e carina. Un urlo contro il mondo sotto forma di indifese ma roboanti illustrazioni.

Ex studente dello IED di Milano, Giulia ha deciso di cominciare a disegnare (lo faceva già da piccola) dopo un periodo da fotografa in cui ha capito che illustrare sarebbe stata la via migliore per rappresentare in modo diretto il suo mondo.

L’illustratrice, che vanta anche precedenti collaborazioni con la label indipendente milanese Undamento, si è raccontata in una lunga chiacchierata qui a Shots.

Illustrazione di Giulia Lineette

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Parliamo della tua storia. Quando hai cominciato a creare queste illustrazioni e perché?

Ovviamente, come tante persone che fanno questo lavoro, ho sempre disegnato. Nonostante però un percorso inizialmente diverso che mi ha fatto abbandonare il disegno (ho studiato fotografia a Milano), un giorno ho sentito il bisogno di tornare a raccontarmi attraverso quel mondo. Raccontare il mio mondo personale con il disegno mi è sembrato migliore rispetto alla fotografia, perchè il primo è molto più spontaneo e diretto, mentre la seconda è un’attività più studiata e programmata. 

Illustrazione di Giulia Lineette

Le tue illustrazioni presentano diversi significati: c’è un chiaro filo conduttore, ma guardandole bene ci sono anche differenze sostanziali racchiuse nei colori e nel contesto di ogni disegno. Ci spieghi meglio il loro messaggio?

Per quanto riguarda il messaggio, il mio interesse è quello di dire cose che solitamente non si dicono. Nonostante tutto, ci sono ancora tanti tabù nella società e perchè non usare il disegno come mezzo per sbattere in faccia la realtà? 

Riconosco che ci sono stili diversi nei miei disegni. All’inizio usavo solo acquerello e china perchè sono le tecniche che mi erano più famigliari. Solo successivamente, mi sono accorta che a livello estetico forse era tutto troppo delicato: le persone mi dicevano continuamente quanto i miei disegni fossero carini. Io, però, non volevo essere carina ma volevo dare fastidio. A quel punto, ho deciso di darmi la regola di usare solo i colori primari come il blu, rosso e giallo, e da lì è partito il mio nuovo filone che vuole dare un impatto visivo differente rispetto a quello iniziale.

Illustrazione di Giulia Lineette

Quali sono, se ci sono, gli artisti contemporanei o passati a cui ti ispiri per i tuoi disegni?

Sicuramente uno di cui sono innamorata da tempo e che mi ha ispirata è Bràulio Amado, grafico portoghese che vive a Brooklyn. Con lui mi sono appassionata più alla grafica pura e alla poster art, di cui però non conosco bene le regole di tipografia e d’impaginazione. Ciò nonostante, ho sperimentato questo genere d’estetica con diversi abbinamenti di colori, anche con effetto aerografo su Photoshop. Come tutte le cose che non sono davvero tue, però, questa via non è stata quella definitiva. Ciò che faccio ora è il risultato di tutte le sperimentazioni passate, tra cui appunto questa. 

Un altro mio grande “crush” è l’illustratrice coreana Ram Han, che mi piace molto perchè crea delle situazioni assurde in un modo molto realistico dal punto di vista grafico, grazie alla sua tecnica e all’utilizzo dei colori.

Tra i tuoi lavori annoveri anche la collaborazione con label indipendenti come Undamento. Cosa ti ha dato l’esperienza nella musica che ci puoi raccontare?

L’esperienza nella musica mi ha dato proprio la musica! Sono entrata in contatto con Undamento grazie al bravissimo grafico Stefano Adamo. Quando sono arrivata lì, nel 2016, io non ascoltavo musica perchè non era una delle mie priorità artistiche. Quando però ho cominciato a frequentare la label, dove tutti parlano di musica da mattina a sera, mi sono creata gradualmente la mia piccola cultura musicale.

Ovviamente, la musica è un ambiente molto particolare in cui molto spesso (soprattutto nella scena indie) l’artista si fa molte cose da solo: illustrazioni, artwork, copertine.

Tra tutte quelle che proponi ogni giorno su Instagram, quali sono le tre illustrazioni più significative per te?

Un po’ come tutti gli artisti, mi sento la mamma di ogni mia produzione. E come per le mamme è difficile dire quale figlio amano di più, anche per me lo è trovare i disegni che ritengo più significativi. Allo stesso tempo, però,  forse il valore più grande sta nei disegni ai quali ho dedicato più tempo: magari ci penso mesi e mesi prima di ideare un disegno, ma poi quando nasce qualcosa è il risultato di un lavoro più ampio ed un pensiero più elaborato.  

Illustrazione di Giulia Lineette

Quanto è difficile per un giovane illustratore emergere nell’ampio panorama di oggi? Qual è il primo passo che deve fare?

Aprirsi un account Instagram è sicuramente il primo passo. Rappresenta un mezzo aperto e accessibile a tutti, e la selezione viene da sola visto che ti segue chi è interessato ai tuoi contenuti. Poi, dipende, perchè non è detto che un illustratore che ha più follower sia più bravo di un altro: la situazione è molto più complessa, ovviamente.  

Se domani mattina Instagram chiudesse, qual è il primo posto che ti verrebbe in mente per esporre i tuoi disegni?

Il primo passo forse sarebbe riprendere in mano il mio sito, mentre come metodo per arrivare alle persone mi piacerebbe muovermi in modo più tradizionale, magari andando casa per casa o inviando mail particolari e messaggi ai potenziali utenti. Resto comunque dell’idea che, nonostante non sia una fanatica del mezzo Instagram, esso sia diventato fondamentale per tutti gli artisti che vogliono mostrare al grande pubblico le proprie creazioni.

Illustrazione di Giulia Lineette

Arte, musica, cinema, pubblicità, editoria: qual è secondo te il settore in cui attualmente le illustrazioni risultano “più vendibili”? E perché?

Per la mia esperienza personale, il settore più “fertile” è sicuramente la pubblicità, ma perchè banalmente è quello in cui girano più soldi. Poi, associare una cosa creativa a un prodotto vendibile è sempre e comunque stimolante per chi fa il lavoro e chi lo chiede. Estremamente interessante è quando le due persone si incontrano e scambiano idee, per arrivare ad un punto di incontro che renda il lavoro parte di due punti di vista diversi. In questo senso, io ho lavorato più sul web che nell’advertising tradizionale, ma credo che il processo online – offline sia simile e dipenda da diverse sfumature.

Cosa pensi che abbia cambiato il mezzo social network nell’attività di un illustratore? Il digitale è diventato ormai parte integrante del tuo (vostro) lavoro?

In questo senso sono una digital native: mi viene difficile comprovare quanto sia diverso il lavoro tradizionale da quello digitale, ma sicuramente un elemento influente è la durata del lavoro. Il disegno tradizionale è il risultato di un lavoro già pronto, mentre l’immagine in digitale diventa frutto di più step tra cui anche la scannerizzazione e la post-produzione. 

Illustrazione di Giulia Lineette

Giulia Lineette è il tuo nome d’arte. Ci spieghi il motivo?

Il nome Giulia Lineette viene dal fatto che, all’inizio, volevo che la mia persona non venisse direttamente associata a quello che creavo. Quando lavoravo con la china mi piaceva fare questi pattern composti da linee dettagliate e ravvicinate, che costantemente facevo e faccio uscire dal mio foglio da disegno. Ecco perchè, se controllate la mia scrivania, è piena di lineette da una parte all’altra. Da qui il nome Lineette.

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