archivio

- leggi in 3 min

influencer

Il futuro dell’Influencer marketing è in mano ai nano influencer?

Matteo Shots.it

Matteo Mario

Nano influencer: letteralmente, piccolo influencer. Concretamente, uno dei soggetti dell’influencer marketing più proficui dell’ultimo anno. Ma chi sono i nano influencer e perchè potrebbero avere in mano il futuro del social media marketing?

Come vi avevamo già raccontato in precedenza, il 2019 sarà un altro anno in cui l’influencer marketing avrà il suo terreno più fertile.

Dopo il boom del 2018, infatti, il social media marketing trarrà maggior parte dei suoi frutti attraverso il rapporto costante con gli influencer.

Ma, arrivati a questo punto, possiamo azzardare un altro verdetto: questo sarà l’anno delle persone comuni. 

I nano influencer: la rivincita dei very normal people

Proprio su Instagram, i brand hanno sudato 7000 camicie per accaparrarsi gli influencer con il maggior numero di follower, verso cui hanno veicolato i propri investimenti pubblicitari.

E, effettivamente, l’Influencer marketing è diventato uno degli strumenti più potenti ed efficaci per raggiungere un pubblico globale attraverso il punto di vista di quelle persone che vengono considerate affidabili (oltre che autorevoli) nel proprio settore.

Ma cominciamo subito con una piccola (grande) distinzione. L’influencer marketing si affida a diverse tipologie di influencer:

Ed è proprio in questa distinzione che la categoria dei nano influencer sta prendendo piede. I nano influencer sono quella categoria di profili seguiti da un minimo di 1000 follower ad un massimo di 10 mila.

Ma quali sono i vantaggi nell’utilizzo di un nano influencer per lo sviluppo delle proprie campagne? E perchè i marketers stanno spostando la propria attenzione su di loro? 

Partiamo dai tassi di coinvolgimento: secondo alcuni sondaggi le percentuali si aggirerebbero attorno all’8,7% del pubblico che li segue, ben differente dall’1,7% che caratterizza i cosiddetti mega influencer.

Il motivo di questo dato potrebbe essere identificato nel fatto che il loro punto di forza sia nelle skills dimostrate con una creazione di contenuti unici, creativi ma soprattutto credibili e genuini agli occhi dei propri follower. 

Follower che, a loro volta, rappresentano spesso una piccola nicchia di mercato in cui i nano influencer si vanno a collocare. E perchè? Perchè la mancanza di veri leader di settore, sani e autentici, è decisamente diffusa.

Quanti di noi si sono sentiti annoiati di fronte all’ennesimo contenuto proposto attraverso l’immagine di una celebrity che promuove un prodotto? Quanti di noi hanno scorso la bacheca IG con il pensiero che molti post fossero (nonostante tutto) fuori dalla nostra realtà quotidiana?

La dote di persuasione dei nano influencer sta proprio qui: una figura che è uguale a noi, vive tra noi, ma soprattutto è dentro la nostra realtà. Si, perchè 7000 follower sono molto più vicini agli umili 700 rispetto a 700 mila. E questo, per l’utente, sta cominciando a contare davvero.

Altro elemento importante è la fidelizzazione del cliente: l’utente non è più un follower passivo, ma un vero componente di una fan base fedele e consolidata. Come l’antico panificio del paese, se vogliamo metterla così.

Ultimo elemento, ma assolutamente fondamentale, è la vicinanza con questa fan base. Un nano influencer (sia per definizione che a livello operativo) sarà sempre facilmente raggiungibile, per contatti diretti o per messaggi personali. Cosa dicevamo rispetto alla nostra realtà quotidiana?

A questo, si aggiunge soprattutto il costo potenziale delle sponsorizzazioni attraverso mega influencer. Se per i primi quest’attività rappresenta un lavoro da 10.000 dollari a post, per i secondi la bellezza di Instagram è rimasta quella di una volta e i costi non potranno che essere decisamente minori. 

Nell’ultimo caso vorrebbe dire quindi prodotti gratuiti, visibilità e una costante collaborazione. Fattori che, dal punto di vista del nano influencer, potrebbero valere più di un lauto compenso. 

In conclusione, come tutti i settori professionali, sembra che anche l’influencer marketing si stia adattando ai nuovi mercati ma soprattutto all’utente 2.0. Una sorta di darwinismo social che compromette il lavoro di tutti, piccoli o grandi che siano.