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Come il free to play sta sfondando nel mercato del gaming

Jacopo Shots.it

Jacopo Miatton

Negli ultimi due anni si è assistito ad una profonda trasformazione del mercato videoludico, che un po’ ricalca il trend dell’industria musicale moderna, mimando la tendenza di quest’ultima a proporre contenuti gratuitamente secondo la logica del free to play.

Un modo di intendere il gaming basato sulle micro-transazioni che pare essere la nuova chiave di volta per il mercato videoludico, non solo per i numeri da capogiro dei download ma anche e soprattutto per ciò che concerne i guadagni, secondo le più recenti analisi di mercato. La generazione post-millennial si trova quindi di fronte a case di produzione di gaming che offrono prodotti completi, sia per quanto riguarda la struttura che la profondità di gameplay, e li offrono, come suggerisce la locuzione, gratuitamente.

C’è vita dopo il successo free to play di Fortnite

La scalata di Fortnite nelle classifiche mondiali, che lo porta ora ad essere uno dei videogiochi più giocati al mondo, con 2 miliardi di dollari di fatturato nel 2018, conferma l’ottimo grado di accettazione da parte dell’utenza, nonostante le tendenze al ribasso post-lancio che sono perlopiù fisiologiche.

Fortnite si impone come colosso del settore, grazie anche a scelte di design che lo portano ad essere un prodotto graficamente coloratissimo, dove la violenza delle armi da fuoco è sottesa e nascosta dietro animazioni divertenti e giocose: ciò chiaramente ha aperto il gioco ad un utenza fatta anche di bambini e giovanissimi, i cui genitori permettono la fruizione del gioco proprio in funzione di un impatto visivo quasi fiabesco e infantile.

Dopo un periodo di dominio assoluto nel settore, però, i ragazzi di Epic Games (i producers di Fortnite) devono iniziare a preoccuparsi perché sembra essere giunto il momento di un sofferto passaggio di testimone: Apex Legends. Apex non porta grosse novità in termini di giocabilità, prendendo a piene mani da altri grandi FPS in chiave futuristica come Titanfall e riproponendo l’ormai inflazionata modalità del Battle Royale; tuttavia, implementando un sistema che enfatizza il gioco di squadra, ed essendo comunque un prodotto molto riuscito, si sta imponendo sul mercato free to play come nessun altro gioco.

Il free to play oltre il marketing tradizionale

La particolarità che rende Apex un interessante oggetto di studio per gli esperti di comunicazione, infatti, non riguarda tanto il gioco in sé quanto la filosofia che ha regolato la campagna marketing del titolo prima del lancio: niente pubblicità, niente trailer, il nulla assoluto: la conoscenza di Apex è stata riservata a pochissimi eletti fino al rilascio nel mercato. Il giorno prima non c’era, quello dopo sì.

I ragazzi di Respawn, consci di aver partorito un titolo molto valido, hanno voluto affidarsi al passaparola social, che di voce in voce si è allargato a macchia d’olio. Una esplosione che ha dell’incredibile: 10 milioni di utenti nei primi 3 giorni, 25milioni dopo una settimana (doppiando gli utenti di Fortnite nello stesso arco temporale) : il gioco poi spopola su Twitch, la nota piattaforma di live-streaming.

Saltando a piedi pari le logiche tradizionali di marketing, Apex Legends centra un successo istantaneo pur cavalcando il trend del free to play al fine di monetizzare sopra l’utente “preso all’amo” dal prodotto; rimane solo da scoprire se sia un fuoco di paglia, o se Respawn Games abbia centrato il segno spiazzando il mercato.

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